22 Mag L’evoluzione della specie contro i dinosauri dello spreco
Il gruppo Marangoni e il MUSE: una partnership certo non scontata. L’occasione è data dalla mostra “Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità” in corso al museo trentino fino al 26 giugno. Perché abbiamo deciso di dare il nostro sostegno a questa iniziativa? La risposta è che stiamo proprio vivendo una nuova èra, per dirla in termini da MUSE: siamo cioè nel pieno del passaggio da un’economia lineare all’economia circolare, a un più efficiente utilizzo delle risorse del pianeta. Questa è la trasformazione fondamentale che investe, oggi, i modelli di produzione e di consumo nel mondo. Una fase storica in cui termini come “estinzione”, appunto, o “catastrofe e opportunità” sembrano adattarsi con molta efficacia. E possono essere utilizzati altrettanto bene per dare conto di alcune trasformazioni che investono oggi la produzione di pneumatici, e di conseguenza anche il nostro Gruppo.
Il pieghevole pubblicitario della mostra
L’economia circolare è – per usare una definizione della Ellen McArthur Foundation – “un’economia pensata per potersi rigenerare da sola”. Un sistema cioè in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro.
Fino al 2012 non esistevano studi sul valore dell’introduzione del modello circolare nell’economia reale. Il primo rapporto pubblicato sul tema è “Towards the circular economy” presentato solo 5 anni fa dalla Ellen Mac Arthur Foundation. Lo studio dimostra come l’economia circolare offra un potenziale risparmio di oltre 600 miliardi di euro l’anno a partire dal 2025, considerando il tempo di piena introduzione. Un’altra fonte autorevole come McKinsey stima una crescita dell’11% del Pil europeo entro il 2030 e una riduzione delle emissioni del 48% attraverso una crescita scalare nei prossimi 5 anni dell’economia circolare.
Oggi nel settore degli pneumatici possiamo individuare molti dei caratteri tipici del modello lineare nelle importazioni di prodotti di produzione asiatica in contrapposizione al modello circolare fondato su prodotti ricostruibili.
Il video realizzato in occasione della partnership con il MUSE
È una contrapposizione che noi di Marangoni viviamo quotidianamente, con l’invasione sul mercato di pneumatici di bassa qualità e caratterizzati da una scarsa ricostruibilità, che impedisce di poterli utilizzare per più di una “vita”. Si tratta di prodotti “usa e getta” che, oltre a danneggiare il nostro comparto (che in Europa offre lavoro a migliaia di persone), si traducono rapidamente in enormi quantità di rifiuti. Questo scenario è reso ancora più critico alla luce della mancanza di misure europee anti-dumping in grado di porre un ostacolo a questo problema. L’unico continente a non averle ancora introdotte è inevitabilmente ancor più bersaglio di questo fenomeno.
Ma la stessa questione investe, oltre al nostro settore, molti altri comparti economici. Ed è una questione ormai non più solo economica, ma anche culturale. E’ una contrapposizione prima di tutto fra pensieri opposti: e dunque fra idee, valori e principi etici radicalmente divergenti. Responsabilità, sostenibilità ambientale e patto generazionale: sono solo alcuni dei fondamenti su cui oggi chi fa produzione nel mondo è chiamato a dare una risposta.
Per dare un esempio di tutto questo cito solo alcune cifre emblematiche del settore della ricostruzione degli pneumatici per veicoli industriali. Sono sicuro che faranno riflettere molto.
Occorrono 100 anni ad uno pneumatico per degradarsi. Attraverso la ricostruzione si possono aggiungere delle “vite” agli pneumatici e diminuire in modo considerevole il flusso del loro smaltimento. Secondo stime elaborate da Marangoni, in base all’aggregazione di dati delle principali associazioni di ricostruttori pneumatici, grazie al ricorso alla ricostruzione, ogni anno nel mondo si risparmiano 4,55 milioni di tonnellate di pneumatici non immesse nell’ambiente; 3,90 miliardi di litri di petrolio e altri derivati; 8,45 miliardi di euro nell’industria del trasporto. Queste cifre sono contenute anche in una infografica che abbiamo voluto installare al MUSE e che sarà mostrata anche alla prossima edizione di Autopromotec (la più importante manifestazione internazionale dedicata alla ricostruzione, a Bologna dal 24 al 28 maggio prossimi, nella quale Marangoni avrà ben tre stand, di cui uno completamente dedicato ai benefici della ricostruzione in chiave di economia circolare).
I contenuti dell’infografica installata al MUSE
Come ricorda Nicola Giardino nel suo recente editoriale sul “Sole 24 Ore”, il settore più virtuoso del nuovo modello anti-sprechi è quello dei pneumatici, in particolare attraverso la ricostruzione. Se ne parlerà proprio in un evento nell’ambito di Autopromotec, il 26 maggio, a una tavola rotonda che avrà per oggetto “L’economia circolare: il caso virtuoso della filiera degli pneumatici”.
Marangoni sarà ovviamente presente perché leader mondiale della ricostruzione e inventore di molte soluzioni innovative di prodotto e di processo e, soprattutto, come impresa che ha posto al centro della sua visione di lungo termine il contributo al passaggio dall’economia lineare all’economia circolare per un modello più efficiente di utilizzo delle risorse del pianeta.
In questo quadro generale, chi è il “nuovo” e chi il “vecchio”? Nuovo è chi lavora per trovare e percorrere strade che portano a realizzare un’economia rigenerativa; vecchio è chi riprende i modelli del passato dell’economia usa-e-getta. Il “vecchio” è destinato a scomparire, esattamente come i dinosauri in mostra al MUSE di Trento.
La partnership con il MUSE si inserisce in una fase storica importante per Marangoni, impegnata da qualche mese in una serie di innovazioni, non solo sul versante della produzione, ma anche in quello dell’organizzazione interna, della ricerca di nuovi partner, dell’evoluzione dell’offerta di servizi e delle opportunità che si possono aprire in nuovi mercati internazionali.
“Innovazioni” dunque: detto così, al plurale, a significare la necessità oggi di un impegno diversificato, interno ed esterno all’azienda. A testimonianza della centralità di questi aspetti nelle politiche come nei valori e nella visione dell’impresa, l’allestimento dedicato al tema dell’economia circolare avrà una collocazione permanente anche nella sede del Gruppo Marangoni a Rovereto.
Ovviamente il consumatore con le sue scelte di consumo informato e sostenibile può entrare nella nuova era e partecipare al cambiamento in maniera attiva. Altri esempi di iniziative concrete -avviate o potenziali- sono il green public procurement, strumento introdotto dalla Commissione europea dal 2008 per stabilire una prevalenza, se non obbligatorietà, di prodotti derivati da modelli di economia circolare destinati alla pubblica amministrazione. Per chi volesse saperne di più consiglio la lettura del libro “Che cosa è l’economia circolare” (Edizioni Ambiente) di Emanuele Bompan e Ilaria Nicoletta Brambilla.
Sul pianeta, il consumo lineare sta raggiungendo i suoi limiti. L’ultimo secolo e mezzo di storia industriale è stato dominato dal modello lineare di produzione e consumo nel quale le risorse naturali sono utilizzate per produrre merci poi vendute, utilizzate e gettate come rifiuti. Per questo la transizione all’economia circolare, attraverso le innovazioni, è un’opportunità che l’industria non può permettersi di perdere, contro i dinosauri dello spreco.